L’idea di tornare alla Forra dei Ronci per questo week end è venuta ad Alessandro ma purtroppo per una serie di problemi di agende ci siamo dovuti dividere in due gruppi. L’appuntamento è alle 9:00 a Vicovaro e stranamente siamo arrivati tutti puntualissimi. Sarà che per alcuni del gruppo si tratta della prima uscita in forra, sarà perché è il primo week end estivo dopo una stagione che stenta a decollare ma l’atmosfera già di prima mattina è più briosa e di cazzeggio del solito e lascia presagire una giornata molto divertente! Dopo un caffè e qualche palleggio con un pallone all’interno del cortile del bar ci dirigiamo alle macchine prima che Monica con i suoi calci distrugga le piante e le bici dei ciclisti che avevano parcheggiato nel cortile. Ci incamminiamo verso l’uscita della forra per lasciare la macchina di Claudio e di Fabrizio; quest’ultima la parcheggiamo all’imbocco della strada sterrata prima di arrivare alla porcilaia poiché dopo ci servirà (siamo in sette e dobbiamo attraversare di nuovo il paese) per raggiungere il punto da cui entrare nella forra. Alla porcilaia (vedi “parcheggio basso” nell’immagine “mappa-ronci-1”) prima di cambiarci un gruppo decide di andare con Claudio a vedere il punto da cui uscire dal torrente per lasciare un segno o individuare quello che il giorno prima avevano lasciato i nostri amici. Si tratta di un sentiero di circa dieci minuti che si percorre ascoltando il rumore dell’acqua che scorre. Torniamo alla macchina, ci cambiamo velocemente lasciando il ricambio per il pomeriggio e ci incamminiamo in sette con il fuoristrada di Fabio a recuperare la macchina di Fabrizio per riattraversare il paese e che lasceremo di nuovo prima di iniziare il tratto più ostile ma che non spaventa di certo il nostro Defender, nonostante sia bello carico! Purtroppo ad un certo punto incontriamo del nastro segnaletico tra due alberi e capiamo che dobbiamolasciare la macchina per via della frana (vedi immagine “Frana Ronci parte superiore”). Avremmo potuto anche stringerci il più possibile con il Defender ma preferiamo non rischiare e lasciare il fuoristrada poiché il punto GPS non sembrava molto lontano ed il tratto da percorrere è quasi tutto pianeggiante a circa 650 mt/slm.
Indossiamo la tuta speleo ma le mute e l’attrezzatura le portiamo nei sacchi (e qualcuno nelle buste della coop J) per metterle prima di entrare nel torrente dato che era quasi mezzogiorno e il sole iniziava a picchiare. Seguiamo il sentiero CAI verso Madonna dei Ronci e durante il cammino incontriamo degli escursionisti che aiutano Claudio, Monica e Gabriele a ricordare il punto da cui iniziare la discesa attraverso il bosco verso il torrente. L’imbocco è a circa 30 metri sulla sinistra dopo un fontanile (vedi “inizio sentiero” sulla foto “ultimo pezzo”). Scendiamo nella vegetazione per circa 20 minuti cercando di intercettare il rumore dell’acqua fino a raggiungere il letto del torrente che si allarga un po’ di più. Il punto che scegliamo per entrare è proprio dove si incontrano due affluenti (noi nel bosco abbiamo seguito quello che non hanno fatto i nostri amici il giorno prima in quanto loro sono entrati dall’altro versante della montagna dal lato di San Polo dei Cavalieri) che confluiscono nel torrente. Ci prepariamo e dopo che qualcuno approfitta per mangiare un panino, fumare una sigaretta o appoggiarsi dieci minuti a contemplare la bellezza del luogo, si parte!!!! Sono le 12:45 e consideriamo di impiegare 4/5 ore ma poi in realtà saranno solo tre ore e mezzo o poco più. La prima parte della progressione è con un dislivello molto lieve e non ci sono particolari scivoli o pendenze ed in effetti iniziamo a preoccuparci di aver bypassato i salti tagliando troppo nel bosco. Poco dopo però incontriamo il primo scivoletto; l’entusiasmo cresce vertiginosamente e al grido di Monica “toboga!!!!!!!!!!” siamo tutti belli fracichi e coi sorrisoni stampati! Poco dopo incontriamo un altro scivolo un po’ più alto che alcuni di noi faranno più volte divertiti come i bambini al luna park (vedi immagine “secondo salto”) sempre al grido di Monica “tobogaaaaaa!!!!!!!!!!”. Sempre più eccitati e divertiti arriviamo al primo salto da fare con corda (utilizziamo quella lunga da 45 metri ma solo perché era la prima che abbiamo a portata di mano ma non servirà in nessun punto una più lunga di 25 metri) e adesso avvertiamo un po’ di freddo per la prima volta ma non in maniera esagerata!
Fatto il primo salto incontriamo un altro toboga molto carino e altri tre salti da armare prima di iniziare ad intravedere tracce di antropizzazione (muri di sostegno, dighe, condutture dell’acqua) che ci fanno capire che siamo in procinto di raggiungere l’uscita. Quest’ultimo tratto presenta un po’ più di vegetazione lungo il torrente e ai lati, in corrispondenza dei salti con muri che abbiamo circumnavigato, tranne l’ultimo che scendiamo aggrappandoci ad un tronco. Sono circa le 16:30 e siamo alla macchina. Claudio e Fabio si vestono prima di tutti e si avviano a recuperare il Defender; per fortuna Claudio riesce ad arrivare con la sua macchina proprio fino al fuoristrada quindi in 45 minuti esatti sono di ritorno da noi che siamo al sole a bivaccare e a cazzeggiare come nostro solito J
Ci prepariamo tutti e, dopo aver recuperato anche la macchina di Fabrizio, facciamo la tappa di rito dopo ogni uscita con pizza e birra in un posto nella piazza principale di Vicovaro per poi incamminarci verso Roma.
Giornata stupenda all’insegna del divertimento e della bella compagnia come ogni uscita dell’ASR! |